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Cap. 2° Euripide

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Messaggio  Desdemona Sab Set 01, 2007 12:15 pm

EURIPIDE

Nacque, secondo la tradizione, a Salamina lo stesso giorno in cui avvenne la famosa battaglia, da una famiglia ateniese rifugiata sull'isola per sfuggire ai Persiani. Il suo nome verrebbe dal'Euripe, il canale dove si svolse la battaglia. Aristofane suggerisce a più riprese nelle sue commedie la bassa estrazione del poeta, confermato da Teofrasto. Tuttavia, la sua cultura dimostra una educazione raffinata, acquisita dallo studio presso sofisti come Protagora, che non sarebbe stata possibile senza una condizione agiata. Avrebbe messo insieme una ricca biblioteca, una delle prime di cui si faccia menzione. Euripide partecipò anche a giochi ginnici, venendo incoronato almeno una volta.

Contemporaneo di Socrate, ne divenne amico. Si propose pubblicamente come tragediografo a partire dal 455 a.C.. La sua prima opera, Peliadi, ottiene il terzo premio. Diviene presto popolare. Plutarco racconta, nella vita di Nicia, come nel 413 a.C., dopo il disastro navale di Siracusa, i prigionieri ateniesi in grado di recitare una tirata di Euripide venissero rilasciati. Verso il 405 a.C., Euripide si ritira a Magnesia, poi in Macedonia, alla corte di Archelao, dove muore, si dice, sbranato dai cani. Solo dopo la sua morte la Grecia lo riconosce e le sue opere divengono famose. Gli ateniesi gli dedicarono nel 330 a.C. una statua di bronzo nel teatro di Dioniso.

Le differenze con i predecessori

Le peculiarità che distinguono le tragedie euripidee da quelle degli altri due drammaturghi sono da un lato la ricerca di sperimentazione tecnica attuata da Euripide in quasi tutte le sue opere e la maggiore attenzione che egli pone nella descrizione dei sentimenti, di cui analizza l'evoluzione che segue il mutare degli eventi narrati.

La struttura della tragedia euripidea è molto più variegata e ricca di novità rispetto al passato, soprattutto per effetto di nuove soluzioni drammatiche, per un maggiore utilizzo del deus ex machina, spesso usato nelle tragedie più tarde, e per la progressiva svalutazione del ruolo drammatico del coro, che tende ad assumere una funzione di pausa nell'azione. Anche lo stile risente della ricerca euripidea di rompere con la tradizione, mediante l'inserimento di parti dialettiche per allentare la tensione drammatica e l'alternanza delle modalità narrative.

La novità assoluta del teatro euripideo è comunque rappresentata dal realismo con il quale il drammaturgo tratteggia le dinamiche psicologiche dei suoi personaggi. L'eroe descritto nelle sue tragedie non è più il risoluto protagonista dei drammi di Eschilo e Sofocle, ma sovente una persona problematica ed insicura, non priva di conflitti interiori, le cui motivazioni inconsce vengono portate alla luce ed analizzate.
Proprio lo sgretolamento del tradizionale modello eroico porta alla ribalta del teatro euripideo la figura muliebre. Le protagoniste dei drammi, come Andromaca, Fedra e Medea, sono le nuove figure tragiche di Euripide, il quale ne tratteggia sapientemente la tormentata sensibilità e le pulsioni irrazionali che si scontrano con il mondo della ragione.

Euripide espresse le contraddizioni di una società che stava cambiando: nelle sue tragedie spesso le motivazioni personali entrano in profondo contrasto con le esigenze del potere, e con i vecchi valori fondanti della città greca. Il personaggio di Medea, ad esempio, arriva ad uccidere i propri figli pur di non sottostare al matrimonio di convenienza di Giasone con la figlia del re. Aristofane, il maestro riconosciuto della commedia, ci offre ne Le rane la cronaca del tempo riguardo alla disputa fra i tragediografi, e del pubblico che parteggiava con l'uno o con l'altro, presentando Euripide come un rozzo portatore di nuovi costumi.

Il teatro di Euripide va considerato come un vero e proprio laboratorio politico, non chiuso a se stesso, ma al contrario, affine ai mutamenti della storia, fino all'accettazione ultimo del regno di Macedonia.
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Messaggio  Desdemona Gio Set 27, 2007 5:18 pm

LE OPERE

Delle 92 opere da lui scritte, ce ne sono giunte solo 18:

* Alcesti
* Elettra
* Eracle
* Ippolito
* Le Baccanti
* Medea
* Le Troiane
* Elena
* Ifigenia in Aulide
* Ifigenia in Tauride
* Le Fenicie
* Ione
* Ecuba
* Oreste
* Le Supplici
* Gli Eraclidi
* Andromaca
* Ciclope (dramma satiresco)
* Reso (tragedia di scarso valore, scritta probabilmente da un imitatore nel IV sec. a.C.)
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